Tornare tutti a scuola è una piccola vittoria dopo gli ultimi due anni. La pandemia stava abbattendo anche l’umore dei nostri giovani, perché sappiamo bene che restare a casa per la maggior parte di loro non è stata una passeggiata. Il ritorno alla quotidianità in sicurezza, adesso, è uno dei principali obiettivi.
La scuola riapre le porte
E finalmente, dopo la seconda maturità discussa secondo i protocolli anti-covid, le scuole hanno riaperto le porte ai propri studenti e studentesse. Le regole di prevenzione continuano, così come è costante l’uso dell’igienizzante e della mascherina e l’entrata a scaglioni per non creare assembramenti, mentre ai docenti è consentito l’accesso solo con green pass valido.
Il peggio è passato?
Indubbiamente dovremo far fronte di nuovo – e si spera sempre meno – a episodi di quarantena e a conseguente didattica a distanza, a cui i nostri studenti e studentesse si sono anche un po’ abituati e da cui sono riusciti a trarre anche aspetti positivi, responsabilizzandosi nel lavoro individuale. Non giova la DDI nel rafforzamento dei rapporti di classe, questo lo abbiamo ampiamente visto e analizzato nei due anni appena trascorsi, ma ci auguriamo che questo sia davvero l’ultimo step di una nuova metodologia didattica da utilizzare solo quando strettamente necessario. Abbiamo capito che le relazioni in presenta sono importanti e necessarie, sai tra studenti e insegnanti e sia tra gli studenti stessi.
La scuola come luogo sicuro
“Sicuramente la scuola è oggi il luogo più sicuro. Quello che è fuori, il contorno, quindi infrastrutture, trasporti, è un mondo molto più complicato”, sono le parole del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che individuano ancora una volta nella scuola quel posto dove i ragazzi possono sentirsi protetti. E diventa ancora una volta compito degli adulti, e in particolar modo degli insegnanti, spiegare e accompagnarli per affrontare nel modo migliore questo mondo che continua a cambiare, che ci prende alla sprovvista, ma che ci lascia sempre uno spiraglio di rinascita verso un cambiamento e, perché no, verso una prospettiva migliore.
Marianna Zito