Ritorno ai voti tradizionali nelle primarie: un passo indietro o un passo in avanti?

Nelle ultime settimane si è parlato tanto del ritorno ai voti tradizionali nelle scuole primarie, le vecchie “elementari”, a discapito del sistema di livelli di apprendimento introdotto nel 2020 dal Governo Conte, con il Ministro Dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Come annunciato, l’emendamento del governo prevede il giudizio sintetico alla scuola primaria già dal prossimo anno: tornano quindi i voti da ottimo a insufficiente.

L’emendamento

All’articolo, apportare le seguenti modificazioni:

a. al comma 1, lettera a), è premessa la seguente: all’articolo 2, comma 1, le parole: “nel primo ciclo” sono sostituite dalle seguenti: “nella scuola secondaria di primo grado” ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: “A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del merito.”

b. Dopo il comma 1, è inserito il seguente: “1-bis. All’articolo 1 del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2020, n. 41, il comma 2-bis è abrogato.”

c. Al comma 4, lettera b), dopo il numero 3), è inserito il seguente 3-bis: “prevedere la votazione in decimi per la valutazione periodica e per quella finale degli apprendimenti delle studentesse e degli studenti del secondo ciclo di istruzione, in ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni nazionali per i licei e dalle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali”.

Le motivazioni di questo cambiamento sostenute da maggioranza e governo sono:

  • La necessità di maggiore chiarezza e immediatezza per le famiglie. Il ministro Valditara sostiene che le definizioni usate finora risultano incomprensibili e complesse per molti genitori.
  • L’intento di tornare a una valutazione più oggettiva. I voti numerici, sempre secondo il ministro, sono più facilmente confrontabili e offrono un quadro più preciso dell’andamento scolastico e del livello di apprendimento degli studenti.

Il DDL proposto propone una riforma molto più ampia che mira a semplificare e a rendere più efficace il sistema valutativo nelle scuole di ogni ordine e grado. Altri punti fondamentali di questa nuova riforma scolastica sono:

  • STRETTA SULLA CONDOTTA DEGLI STUDENTI: la proposta prevede infatti pene e conseguenze più severe per tutti gli studenti che manifestano comportamenti scorretti. Per chi viene sospeso sono previsti anche programmi di cittadinanza attiva. Un altro interesse è anche dare maggiore peso e importanza al voto in condotta.
  • PENE PIÙ SEVERE PER CHI AGGREDISCE PERSONALE SCOLASTICO: secondo il Ministro Valditara l’aggressione dei propri dirigenti scolastici, dei propri docenti o del personale in generale equivale a un’aggressione allo stato, e questo mina, nel profondo, la credibilità e l’autorevolezza dell’istituzione. Per questo comportamento in particolare, insieme al Ministro Nordio, si sta elaborando una specifica sanzione risarcitoria per il danno reputazionale che le scuole ricevono.

Come ha spiegato il Ministro dell’Istruzione e Del Merito, Valditara, l’intento di questa riforma è una “rivoluzione culturale che porti alla riaffermazione di valori di buon senso, che si sono incredibilmente dispersi: il rispetto delle persone, il rispetto delle regole e delle istituzioni, il senso di responsabilità, un ritrovato rispetto per l’autorità”, ha spiegato ancora il ministro. Tutto “con il pieno coinvolgimento delle famiglie – ha concluso – nel patto educativo con la comunità scolastica”.

Le critiche

Il pedagogista Daniele Novara, a La Repubblica, critica la scelta di abbandonare i livelli di apprendimento, che fornivano una valutazione più dettagliata, approfondita dei progressi degli alunni. Secondo Novara i punti critici di un sistema di giudizio sintetico sono:

  • La perdita di informazioni preziose. Negli ultimi 4 anni gli insegnanti, attraverso la valutazione dei livelli di apprendimento, potevano fornire molte più informazioni sull’alunno, andando ad approfondire difficoltà, mancanze ma anche tutti i pregi, le capacità, di un singolo studente. La perdita di queste informazioni rende più difficile l’intervento in aiuto dell’alunno e quindi vanificare il percorso di apprendimento.
  • Il ritorno a un sistema di valutazione punitivo. I voti numerici, secondo Novara, tendono a cristallizzare il giudizio sugli alunni e non tengono conto dei loro progressi individuali.
  • Mancanza di attenzione alla valutazione formativa. La valutazione dei livelli di apprendimento analizza e tiene conto di tutto il processo di apprendimento, non solo del risultato finale o di una prova specifica come i giudizi sintetici.

Questo DDL proposto dal Ministero sta alimentando un acceso dibattito tra pedagogisti, insegnanti e genitori. La scelta di tornare ai voti tradizionali potrebbe essere un passo indietro o un passo avanti per la scuola italiana? Le domande che si stanno ponendo sono tante e tutte da tenere in considerazione:
I voti numerici sono davvero più chiari e comprensibili per le famiglie?
Come si può conciliare la necessità di una valutazione oggettiva con l’attenzione ai progressi individuali degli alunni?
Qual è il ruolo della valutazione formativa nel sistema scolastico?

Il ritorno ai voti tradizionali è ormai certo e su questa riforma si discute molto, con pro e contro avvalorati da tesi ben argomentate e approfondite. Qual è il vostro parere a riguardo?
Fatecelo sapere nei commenti.