La professoressa Cristiana De Martino ci racconta il nuovo progetto dedicato all’empatia e all’accettazione, che sta sviluppando con i suoi studenti .
L’obiettivo primario di questo progetto formativo è educare i ragazzi, gli studenti e gli adolescenti all’empatia. Ho quindi deciso di contattare il CSV – Centro Di Servizio per il Volontariato della Regione Lazio, e devo dire che c’è stato un riscontro molto positivo perché hanno subito accolto la mia idea di coinvolgere i ragazzi in delle iniziative di volontariato attivo.
Come sta andando il progetto?
Gli operatori del CSV Lazio ci hanno proposto degli incontri mensili a scuola con i ragazzi , che si concluderanno con una sorta di stage pratico sul volontariato attivo. In questi incontri sono venute a trovarci diverse realtà bellissime: da quelle che si occupano di tossicodipendenza e riabilitazione, come Magliana ‘80, a quelle come Gay Project e A.G.E.D.O. che si occupano di integrazione, identità sessuale e di come superare i problemi nei rapporti con la diversità sessuale e l’approccio verso l’omosessualità; gli studenti hanno, inoltre, conosciuto realtà come Open Arms che salva tante vita umane nel nostro mediterraneo, e come l’associazione Maschile Plurale per parlare della violenza di genere dal punto di vista dell’uomo.
Da cosa nasce questo progetto di educazione all’empatia?
Oggi tanti ragazzi, quando si parla ad esempio di violenza sulle donne, ancora dicono: ”ok prof., ma guardi com’era vestita!”.
Quando questo modo di ragionare si percepisce nei ragazzi fa rabbrividire. Molti ancora oggi hanno idee retrograde, purtroppo ben radicate, che ovviamente non nascono da loro, ma vengono sentite, vissute nell’ambiente che li circonda, per poi essere totalmente assorbite… ed è proprio qui che si deve intervenire, prima dell’assorbimento; è da questa percezione negativa, che nasce il progetto sull’empatia.
La visita di Gay Project, per me è stata molto rappresentativa, perché molti ragazzi sul tema dell’omosessualità avevano preconcetti enormi e, dopo la visita, ho verificato che qualcosa si è mosso, qualcosa sta cambiando: siamo sulla giusta strada per un cambiamento di mentalità.
Con questi incontri e con questo progetto, voglio far scoprire ai miei studenti che la diversità escludente la creiamo noi, non esiste. Io voglio aiutarli a normalizzare quello che loro oggi percepiscono come diverso: una persona diversamente abile ma con delle altre capacità superiori alle tue, un bambino con due papà o due mamme, una persona che ha idee completamente diverse…
Per questo credo fortemente, che si debba sviluppare uno sforzo educativo sulla NORMALITÀ, in contrapposizione alla DIVERSITÀ
Ci sono già delle concretizzazioni “empatiche” di questo progetto?
Sì, grazie all’associazione Ponte d’Incontro, che ha partecipato a degli incontri sul volontariato che abbiamo svolto a scuola con il CSV.
Con loro stiamo portando avanti un’esperienza di PCTO come Operatori Sociali e una Web Radio per aiutare i ragazzi in zona Laurentino nel doposcuola.
Quali sono i ragazzi che partecipano?
Il progetto è rivolto a tutti i ragazzi di ogni classe, in base al loro interesse e alla loro voglia di partecipare attivamente. È importante per tutti i ragazzi avere la possibilità di aprire nuove finestre, scoprire nuovi punti di vista, e nuovi orizzonti, superare i pregiudizi per poi imparare il rispetto reciproco e delle idee degli altri, che possono essere diverse dalle nostre: solo così educheremo e faremo nascere una nuova cittadinanza attiva e propositiva che saprà fare le opportune scelte, per migliorare questa nostra, fragile società.