Il nostro smartphone ci spia? Abbiamo il dubbio, ma continuiamo a rimanere connessi nonostante tutto”.
Cosa nasconde il mondo digitale? Cosa c’è dietro internet, i “consensi”, le applicazioni, i social network, e alle fake news? Siamo certi che questa vasta espansione tecnologica ci stia aiutando a vivere meglio, o forse sarebbe il caso di iniziare a pensare che, tutto questo, stia condizionando totalmente le nostre esistenze e che a “condurle” non siamo più noi?
È corretto parlare di “astinenza”?
Che prezzo siamo disposti a pagare per essere sempre connessi, parlare con amici dall’altra parte del mondo o conoscere nuove persone? Ma davvero non riusciremmo più a fare a meno dell’ormai indispensabile “essere online”? Cominceremmo tutti a soffrire di “astinenza”? Riusciremo mai a staccarci da questa nuova dipendenza?
“Tecnocrazia” di Salvatore Capolupo
Salvatore Capolupo – ingegnere informatico, docente, blogger e appassionato teatrale – paragona questo fenomeno incalzante agli horror che hanno visto, in passato, una “disumanizzazione collettiva”. Stiamo davvero diventando dei morti viventi? Certo è che l’alienazione c’è e probabilmente ne siamo anche consapevoli, ma continuiamo a ignorarla, e se prima si parlava di Tecnofobia, adesso possiamo parlare di una vera e propria Tecnocrazia.
Pensiamoci un po’ su
E con il suo saggio “Tecnocrazia” pubblicato dalla casa editrice El Doctor Sax, Capolupo ci porta a lunghe e profonde riflessioni che forse, chissà, ci faranno finalmente e realmente riflettere su ciò che sta accadendo o meglio su ciò di cui siamo complici. Forse, anche se per poco, potremo pensare di fermarci e bloccare questo processo che corre e corre e a cui, con non poca fatica. vogliamo stare dietro a tutti i costi.
È questa la realtà “virtuale” che desideriamo? È davvero questa la vita che vogliamo? Leggete “Tecnocrazia” e pensateci un po’ su.
Marianna Zito