Quanto sono importanti il ruolo della scuola e il ruolo della famiglia nella protezione delle nuove generazioni e per prevenire quei fenomeni che possono portare allo sviluppo delle cosiddette devianze giovanili? Quanto può essere importante il sostegno dell’intera comunità o l’azione dei servizi sociali per la comprensione di quei disagi profondi che il più delle volte hanno le proprie radici all’interno delle dinamiche socio-economiche della famiglia stessa di origine?
In “Ombre adolescenziali. Il fenomeno delle devianze giovanili”, pubblicato da Armando Editore, la curatrice, psicologa, pedagogista e criminologa Antonella Cortese, con il prezioso contributo di vari esperti del settore, si pone come obiettivo quello di “indagare le radici” da cui prendono vita questi disagi – parliamo di baby gang, abuso di sostanze stupefacenti, bullismo e anche cyberbullismo – proponendo soluzioni e riflessioni per affrontare questi problemi e comprendere cosa si nasconde dietro comportamenti che possono andare a compromettere il futuro di questa gioventù lasciata a sé stessa. Si entra in queste specifiche dinamiche per affermare la propria identità, sentirsi rispettati dal gruppo o parte dello stesso, attuando comportamenti aggressivi che arrivano a sfociare in episodi di microcriminalità messe in atto non solo per strada attraverso scippi o spaccio, ma anche oramai con intimazioni ed estorsioni attraverso le piattaforme social. Una microcriminalità, influenzata dal contesto sociale o da disagi familiari o dalla ricerca di guadagni facili, che può facilmente evolversi, se non contrastata in tempo, in organizzazioni criminali più strutturate.
Per prevenire e contrastare queste devianze e per migliorare il futuro di questi ragazzi e di queste ragazze, diventano cruciali, quindi, il ruolo della famiglia, della scuola e delle istituzioni: questi contesti familiari, sociali e istituzionali possono attuare una collaborazione con le famiglie e un supporto psicologico dove necessario, educando i giovani alla legalità e contribuendo allo sviluppo delle loro competenze, attraverso attività, progetti di inclusione sociale e laboratori extrascolastici con esperti nel settore, ponendo innanzitutto attenzione ai segnali di allerta e attivando la creazione di un ambiente protettivo per la tutela dei più giovani.